UNA VITA DA PRECARIO………….

-“Mamma! Che ci fai qui?!? Come hai fatto a venire qui?”

– “Che ci fai tu qui? Non dovevi tornare a fare l’insegnante, come mi avevi promesso?

Perché continui a fare questo lavoro? Posso essere qui, stai tranquillo, ho i permessi necessari”….disse mentre si asciugava una lacrima.

Questo dialogo si svolgeva una, notte di estate del 1995 ,tra Elio (“una vita da precario”, si era ritenuta “spiritosamente” in dovere di pontificare una giovane giornalista rampante, il giorno in cui lo aveva intervistato durante una inchiesta anonima), e sua madre, morta sette anni prima, prematuramente, senza aver potuto vedere realizzato il sogno della SUA vita (e probabilmente di suo figlio Elio).

Era tornata per pochi minuti sulla terra da suo figlio, forse per davvero, forse solo nella testa e nel cuore di Elio. Compunta, umile e dimessa come sempre, bella e profumata come il pane caldo.

Lassu’ Le era stata concessa una deroga, una sorta di vacanza premio. Tra mille anni di Paradiso e rivedere cinque minuti il suo figliolo più sfortunato, aveva scelto quest’ultima possibilità.

Elio aveva superato da poco i quarant’anni. Sposato, due figli, un lavoro anonimo, a volte redditizio a volte da spararsi.

“ Non farò mai il rappresentante!”, aveva dichiarato diciottenne, quando in quegli anni ‘70, assieme ai capelli, crescevano le speranze di un futuro migliore, fatto di lotte, di sogni da realizzare , di spazi e certezze da conquistare…

Aveva finito per fare proprio il rappresentante….

Per necessità….. Per pigrizia…

Per diversi anni aveva espresso la sua creatività nella musica.

Era timido, si raggomitolava sulla chitarra, ma la mano volava, mordeva il manico, tirava le corde, che miagolavano armonie graffianti e penetranti… .

Era bravo, dicevano. Qualcuno, esagerando, lo considerava un vero talento.

Elio era incazzato, con se’ stesso e con tutto il mondo.

Poi, la normalità, che uccide la fantasia. Famiglia, figli, macchina, vacanze,ciao!

Ci facciamo una pizza? Ed il lavoro:

“Buongiorno! Sono l’Agente della ditta…..Ha mai pensato di…. Ha mai pensato di…”

Hai mai pensato di farla finita?

“Figlio mio: la promessa! Non tergiversare, come hai sempre fatto! La promessa!”

Elio, qualche mese dopo, rifece un Concorso, a quarantatrè anni, per ritornare ad insegnare.

Superò il concorso, ma nei quattro anni successivi furono immessi in ruolo poche unità (trentaduemila concorrenti, sedici posti…). Ne’ d’altronde Elio poteva accettare supplenze di qualche settimana: aveva comunque una famiglia di quattro persone a cui badare.

Deciso a rispettare la promessa, ripetè l’ultimo Concorso nel 1999. Prova scritta ampiamente superata.

Alla prova orale Elio si presentò con i suoi quarantasei anni, una borsa di pelle ed un vestito di lino. Un perfetto rappresentante: il rappresentante di sé stesso.

E’ molto difficile spiegare quello che successe. Elio, a distanza di anni, non riesce a conservare la calma.

L’approccio con la Presidente di Commissione non fu affatto buono. Elio fu scambiato per quello che non era (magari uno Statale presuntuoso, con il prurito del cambio di lavoro….vero, Presidente?). E fu punito, con sette punti di decurtazione (sette punti di sutura sarebbero stati molto meno dolorosi…).

Fu il Commissario di Inglese (…che cos’eraquello strano profumo di pane?!?…) ad inseguire Elio che, sacramentando furibondo per i corridoi di una scuola anonima, aveva deciso di scappare via e di non proseguire più l’esame….

Elio proseguii.

Grazie…Commissario. A fine esame Il Commissario disse, ispirato, alla Presidente: “Dietro alle apparenze, dietro ogni persona, si nasconde una storia che spesso è la “Storia”.

Quel giorno Elio decise di affrontare la vita e di andare a prendersi il sogno. Consapevole che avrebbe atteso ancora anni per l’immissione in ruolo, lavorò con pazienza e con determinazione in altri ambiti, sino al 2005, quando una malattia voleva portarselo via.

Sua madre si giocò altri mille anni di Paradiso ed Elio guarì. Cominciò ad accettare supplenze.

“Dove sei stato tutti questi anni?”, era il refrain che si sentiva ripetere da colleghi e dirigenti.

Non rispondeva: aveva voglia di riprendere la chitarra, di tirare e martirizzare le corde miagolanti…

Oggi Elio è in ruolo, dal 2007. Sette anni, gli sono costati quei sette punti.

Insegna in una piccola scuola di provincia.

E’ felice, perché insegnare è la sua vita. E’ amato da piccoli e grandi.

Ha portato nella scuola la sua vita e la sua esperienza. Ha portato la Musica, il Colore, i capelli bianchi, la gioia di vivere, l’amore ed il sorriso.

Quando passa nei corridoi si sente uno strano profumo di lavanda e di pane caldo………..

Ha portato con sé anche quella signora dai capelli bianchi che, in cambio di ogni giorno con suo figlio, rinuncia a mille anni di Paradiso…..

Enzo De Marco

RECENSIONI

 

Post n. 2

Angela Ferilli ha scritto il 11 aprile 2009 alle 11.19

I mille anni di Paradiso per cinque minuti o per un giorno alla volta col figlio, di questa mamma dai capelli bianchi che odora di lavanda e di pane caldo, attaccano direttamente il plesso solare e fanno affacciare le lacrime, immediate… la prima, la seconda, la terza volta.
Si “sente” l’alternanza dei sogni e delle costrizioni, delle illusioni e delle delusioni, della speranza e dell’amarezza di Elio… e un filo conduttore: la mamma. Figura quasi più presente dopo la morte.
Un inno alla forza dei sogni. Un inno alla vita oltre la vita. La certezza della continuita’ fra questo mondo e l’altro.
Ben scritto. Manda input tali da lasciare sufficiente spazio ad immaginare tutto il non detto. Emozionante.
10

Post n. 3

Giuse Alemanno ha scritto il 11 aprile 2009 alle 14.41

mi ha suscitato un desiderio che si risveglia raramente: quello di voler conoscere la persona che ha scritto le parole che ho letto. giunga come complimento questo sentimento al signor enzo de marco.
se fosse completamente spolverato anche dagli ultimi granelli di retorica sarebbe, per me, perfetto.
voto 9,5

 

Post n. 4

Antonietta Malangone ha scritto il 11 aprile 2009 alle 14.57

Non mi accingo a fare alcun commento ,però mi ha colpito qualcosa ,in questo racconto che sà di verità, il sogno di sua madre che si avvera, non per lei ma per suo figlio.

8

 

 

Post n. 5

Maria Palumbo (Italy) ha scritto il 11 aprile 2009 alle 16.00

é tutto vero, dalla rincorsa ad un posto che non sia da precario che sembra un sogno irrealizzabile , e l’amore materno che è oltre la vita,anzi oltre la morte. Mi ha commossa. 10

 

Post n. 6

Corrado Blasi ha scritto il 11 aprile 2009 alle 17.11

All’inizio mi è sembrato di leggere un articolo qualunque su un giornale qualunque. Poi le immagini si sono fatte pian piano più nitide fino a diventare una fetta di quella realtà che effettivamente ci circonda, e non parlo solo dei precari di un tale posto di lavoro, ma dei precari nella vita, quelli che aspettano con pazienza che qualcosa cambi….
Ho rivisto così mio padre, mio fratello (che ormai non sono più) ed infine, perchè no?, me stesso.
Reale, scorrevole, sincero. Voto 8

 

 

Post n. 7

Gianni Cellamare (Italy) ha scrittoil 14 aprile 2009 alle 8.27

bello..odoroso e vivo…tra i piu’ belli

Voto: 9

 

 

Post n. 8

Vincenzo Tavella ha scrittoil 14 aprile 2009 alle 9.28

e dire che adesso vogliono chiudere la porta a migliaia di precari che hanno insegnato anni nella scuola.

8 per la dolcezza

 

 

Post n. 9

Miriam Putignano ha scrittoil 14 aprile 2009 alle 10.31

L’argomento è carinissimo. E mi ci sono ritrovata parecchio.
Alcuni punti, però, sono un po’ involuti e difficili da leggere.
7

 

 

Post n. 10

Saverio Forte ha scrittoil 15 aprile 2009 alle 21.54

E’ arrivato, ottimista, potente, resistente.
Mi ha emozionato, e pensare che ero partito con il pregiudizio.
E’ vero alcuni punti sono difficili da leggere ma il messaggio e’ arrivato

Voto 10

 

 

 

Post n. 11

Lucrezia Maggi ha scrittoil 18 aprile 2009 alle 14.56

Lodevole . Mi piace . 9

 

 

Post n. 12

Gabriele Candido ha scrittoil 19 aprile 2009 alle 19.59

Mi piace. Secondo me hai le potenzialità per fare molto di più. voto:8

 

 

 

 

 

Post n. 15

Angelo Cardellicchio ha scrittoil 6 maggio 2009 alle 21.20

8.58

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Venerdì 19 giugno 2009, ore 18.30

Libreria Gilgamesh. Taranto

Consegna dei premi per il Concorso “Racconti brevi”

“Il senso della Vita”

Direttamente da Facebook 20 racconti in gara scritti da:

Giuse Alemanno, Adriano Calzolaro, Gabriele Candido, Nicola Causi, Gianni Cellamare, Monica Corallo, Enzo De Marco, Angela Ferilli, Saverio Forte, Roberto Iannetti, Lucrezia Maggi, Antonietta Malangone, Fabiano Marti, Francesco Nikzad, Maria Palumbo, Maria Pia Romano, Giuseppe Solo, Franca Tommasi, Marina Ventura, Paola Vitucci.

Giuria composta da:
Angela Ferilli, Giovanni Amodio, Corrado Blasi, Angelo Cardellicchio, Miriam Putignano.

In questa circostanza, per effetto delle preferenze espresse , a questo racconto breve è stato assegnato il 1° Premio dalla giuria popolare di Facebook.   Ringrazio adesso, per non averlo fatto prima: la cosa mi ha riempito di gioia, oltre che di legittimo orgoglio.

2 thoughts on “UNA VITA DA PRECARIO………….

  1. Per Elio e per tutti quelli come lui (chissà, forse un esercito!) Dio Padre continua a chinarsi e guardare all’uomo. Perchè, ed è certo, viena la Sua giustizia e ricompenserà tutti gli Elio: come? non tocca a noi saperlo, ma viene. E’ già venuta per dare il Suo segno: la mamma! Auguri, Elio, tu sei un giusto.

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