Con la voce…..

 

  

 

                           IL PROGETTO CORO:

            Con la voce (con la mente, con il corpo , con il cuore).

            Il canto nella Scuola Primaria e nella Scuola dell’Infanzia.

                

                                        Premessa

 

 

Il canto, come esplorazione della propria voce, come segno dell’aggregazione e della

socialità nel gruppo, come esplorazione primaria del suono e della musica è nei bambini il veicolo fondamentale dell’esperienza musicale. E’ l’azione educativa che concentra su di sé, contemporaneamente, il momento cognitivo, espressivo, fisico e socializzante.

 

Dal punto di vista dell’accessibilità è una esperienza che possono fare tutti,  sia i bambini della scuola dell’infanzia, sia i bambini della scuola primaria, senza che questo richieda particolari abilità iniziali, senza che questo presupponga a priori doti di intonazione e di senso ritmico.

 

Nei primissimi anni dell’infanzia, la voce diventa lo strumento di espressione e di comunicazione principale, attraverso la quale vengono veicolate informazioni, stati d’animo ed emozioni. Pertanto nel canto, come strumento di espressione della personalità, non saranno  richiesti particolari tecnicismi, perlomeno nella prima fase di apprendimento.

 

Ciò premesso sarà necessario che accanto ad esigenze di tipo espressivo, relazionale e comportamentale, alle quali sarà data la  massima priorità, vengano soddisfatte esigenze di più squisito carattere “tecnico” (educare la voce).

 

L’uso scorretto della voce induce assai più danni che benefici: “stonati si diventa” è il motto diffuso tra esperti e operatori del settore (anche se sono personalmente convinto che “gli stonati doc”, cioè quelli irrimediabilmente stonati, esistano e diano corpo ad una sia pur ristretta categoria).

 Una educazione vocale scorretta o maldestramente svolta da personale inesperto rischia di mutilare una delle proprietà espressive primarie dell’individuo. L’uso di strumenti musicali idonei, tipici quelli dello strumentario Orff, è finalizzato a rendere maggiormente esplicite alcune funzioni musicali primarie: ritmo, melodia, gesto. E’ pertanto importante quale estensione ed ampliamento dell’attività vocale, importante per la manipolazione e il coordinamento motorio fine e consente, peraltro, l’elaborazione di costruzioni sonore più ricche ed articolate.

 

GESTO, MOVIMENTO, DANZA

 

Il coordinamento motorio, lungi dal rappresentare un’istanza della sola prima infanzia,

necessita di azioni educative continue soprattutto se collegate alla dimensione

espressiva e affettiva. Dunque gesto, movimento e danza come momenti di

esplorazione e interiorizzazione del momento sonoro, anche finalizzati ad una maggiore

qualità dell’esperienza percettiva.

 

MEMORIA

 

Lo sviluppo di una buona memoria musicale è fondamentale per lo sviluppo della

percezione formale dell’architettura sonora; studi approfonditi hanno peraltro più volte

sottolineato l’importanza di esercitare le facoltà mnemoniche complessive proprio

attraverso l’esperienza sonora (cito, per rompere la seriosità dell’argomento, che durante gli anni dell’ Istituto Magistrale mi fu di grande aiuto, nell’apprendimento del primo canto dell’Inferno di Dante, conoscere la melodia di una antica canzone napoletana, Spingule francesi, sulla melodia della quale, meravigliosamente si adattava come metrica:

 

Nel mezzo del cammin di nostra vita,                     Nu jurno me ne ievo casa casa

mi ritrovai per una selva oscura                              jenno vennenno spingule francese

che la diritta via era smarrita….                              Nu jurno me ne jevo da la  casa                          ecc….                                                                     Ecc.                                                                                    

 

 

 Forse irriverente…….ma quale migliore mediazione culturale!

 

 

INVENZIONE

 

 Lo sviluppo di capacità di rielaborazione del fatto sonoro è importate per l’esplorazione

delle proprie facoltà espressive e cognitive. Piccoli giochi di libera invenzione sono la

premessa per una relazione creativa col suono, la voce, il corpo e la musica.

 

IL DIARIO DI BORDO DI UNA PERSONALE ESPERIENZA

 

L’anno scolastico scorso, nel mio primo collegio docenti di Scuola Primaria, dichiarai le mie competenze musicali e la mia piena disponibilità a metterle a disposizione di tutti. Nel mio passato, infatti, la musica ha costituito la traccia sulla quale si è articolato un percorso di esperienze prima dilettantistiche, poi professionali che hanno caratterizzato buona parte della mia vita.   Da quella mia dichiarata disponibilità è iniziato un percorso parallelo che mi ha consentito di validare e valorizzare ulteriormente questa mia esperienza.

 

Mi sono proposto ed ho coordinato da subito il coro delle classi quinte. L’esperienza è stata talmente valida e gratificante al punto che il suddetto coro, ormai “CORO” si è esibito con notevole successo in più circostanze, una volta  presso una Scuola Media, di chiara vocazione musicale, addirittura al cospetto di una orchestra.

 

 

 

 

Da questa iniziale esperienza è scaturito il “PROGETTO CORO“, destinato alle classi prime della scuola primaria e finalizzato quasi esclusivamente alla creazione negli anni  di un vero e proprio coro .

In tale progetto extracurriculare, facente parte del POF, si innestava l’attività curriculare e propriamente disciplinare svolta al mattino. Pertanto, progettazione, finalità ed obiettivi sono stati sempre concordati, in perfetta armonia, con il team  dei docenti che hanno aderito con sincero entusiasmo e spirito di collaborazione.

 

Le finalità  di tale attività sono state:

 

.educare in modo appropriato la vocalità, dalla respirazione all’emissione;

.sviluppare forme semplici di canto corale monodico e polifonico;

.partecipare correttamente ad esercitazioni vocali di insieme;

.sviluppare le capacità comunicative in tutte le loro valenze;

                                       in definitiva:

.acquisire un repertorio di canti semplici, accompagnati da musica  ed enfatizzati da  

  semplici coreografie.

 

 Dicembre – Gennaio

 

Il Laboratorio è partito a Dicembre ed ha avuto un periodo di rodaggio durante il quale si sono messi a punto le strategie e gli strumenti necessari.

Al progetto hanno aderito oltre 50 bambini, percentualmente oltre il 90% dei bambini delle prime classi. I bambini, divisi in due gruppi omogenei per provenienza, si incontravano in due laboratori attrezzati.

 

Il primo mercoledì un bambino, che chiamerò Francesco, si è presentato con chitarra elettrica ed occhiali scuri, convinto com’era di presenziare al suo primo concerto.

Ho impiegato il giusto tempo per spiegargli che ci sarebbe voluto un po’, prima che avesse potuto calcare le scene e che lo scopo del progetto NON ERA ESATTAMENTE QUELLO!

Un po’ deluso, Francesco ha riposto la sua chitarra elettrica (giocattolo, naturalmente..) e si è subito integrato nel gruppo, modulando la sua bella voce(?) e facendo per un momento tacere la sua anima rock!

 

Durante i primi incontri, sia pure in forma ludica, ogni bambino ha appreso il modo corretto di respirare, prima, durante e dopo un canto (fonazione, uso delle corde vocali, impostazione inconsapevole e corretta del diaframma).

Esercizi di lallazione e di rilassamento hanno reso le lezioni ancora più divertenti.

 

Il percorso della gradualità delle vibrazioni delle corde vocali e dell’emissione del respiro ha consentito di comprendere e discriminare tra concetti quali sussurro, parlare sottovoce,

sottotono, intonare a mezzo voce, in crescendo, a piena voce ecc.

 

L’uso della gestualità del corpo è stato rappresentato come una necessità espressiva a supporto del testo.

Giocando e cantando i bambini  si sono immedesimati in personaggi fantastici, in animali (“Oggi tutti insieme cercheremo di imparare, come fanno per parlare tra di loro gli animali……Come fa il gatto?::: E la mucca?……..  ecc.”), si sono confrontati con le paure, hanno scoperto il gesto/sonoro (battere le mani, mimare un suonatore di tamburo o di tromba  ecc.), hanno in definitiva sperimentato la propria idea di corpo.

 

Il gioco della imitazione del verso degli animali è servito per sviluppare concetti quali la pulsazione e la frequenza, concetti diversamente “abbordabili” in questa fascia di età: un conto è spiegare concetti di inviluppo, rilascio,altezza, durata, frequenze lunghe e corte, un conto è rappresentare il “CHICCHIRICCHI” del gallo come ciclo “ostinato” di un suono.

 

Non abbiamo avuto la fortuna di avere tra i partecipanti bambini extracomunitari poiché avremmo potuto trasformare questa diversità culturale in risorsa per tutto il gruppo, magari coinvolgendo i genitori dei  suddetti bambini che avrebbero potuto regalarci  canti della loro cultura.

 

Tra esercitazioni e giochi ogni lezione si è articolata in modo tale da lasciare sempre e comunque ampio spazio alla modulazione vocale ed alla interpretazione canora di canti semplici.

 

Febbraio

 

Durante la preparazione e l’esecuzione di un canto significativamente molto coinvolgente (Ci vuole un fiore di  Rodari – Endrigo), una bambina di 6 anni, che qui chiamero’ Angelina, piangeva.

 

Quando le ho chiesto che cosa accadesse, la bimba, candidamente mi ha confessato che cantando quella canzone provava una forte emozione.

Mi è stato riferito dalle colleghe del modulo che la bambina ha un temperamento artistico e sensibile in quanto  figlia di un ceramista locale, altrettanto sensibile.

Ritengo che, data l’età, Angelina non abbia potuto cogliere  il significato pieno del testo (che è un inno al valore poetico delle “cose di ogni giorno” ed un invito  “a guardare ed ad ascoltare”…..)

 

Ritengo che, Angelina, timida ed introversa com’è, abbia trovato nel canto lo strumento ideale per veicolare le sue emozioni di bimba suscitate probabilmente da un crescendo musicale coinvolgente. E le abbia tradotte in lacrime di gioia.

 

Marzo

 

Oltre ad un discreto numero di canti, i bambini hanno acquisito  la coscienza e lo spirito del  lavorare in gruppo.

Grande successo ha riscosso tra i bambini la drammatizzazione dei canti con gesti non appropriati. Ognuno a turno, dopo una dimostrazione dell’insegnante, veniva invitato a coreografare in modo ridicolo, una canzone della quale era precedentemente nota la coreografia.

Si può immaginare quale è stato il divertimento.

 

Aprile –Maggio

 

Il progetto è stato un successo. Il mercoledì, coadiuvato da altro insegnante, mi attendevano oltre cinquanta “cantanti” ansiosi di partecipare con gioia, piuttosto che  di sentirsi protagonisti.

Il corso è terminato il 28 Maggio.

Il 6 Giugno i bambini hanno effettuato il saggio finale al cospetto di genitori, insegnanti e Dirigente, riscuotendo un notevole successo.

I bambini hanno imparato tante cose.

Soprattutto collaborando e socializzando.

 

Non  sono state incontrate difficoltà particolari, se non quelle connesse alla problematica di conciliare lo spirito ludico, che giustamente anima i bambini, con la necessità di dare una “dignità” ad una forma di espressione liberatoria, coinvolgente ed emozionante quale quella del canto.

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